lunedì 17 settembre 2018

La prova di avvenuto deposito PCT

Per legge il deposito telematico nell’ambito del Processo Civile Telematico si considera effettuato nel momento in cui viene generata la PEC di avvenuta consegna presso il sistema informatico ministeriale (Art. 16-bis c. 7, D.L 18 ottobre 2012, n. 179).

Ipotizziamo ora questo scenario:
1. Viene effettuato entro il termine rituale un deposito telematico di atto di costituzione, memoria o altro atto soggetto a decadenza,
2. Il deposito viene respinto per un problema tecnico del sistema informatico ministeriale, oppure il cancelliere lo rifiuta per qualsiasi motivo,
3. Ritenendo tempestivo e regolare il deposito ed ingiustificato il rifiuto, l’Avvocato ricorre al giudice, chiedendo l’accettazione retrodatata del deposito.

Nel presentare l’istanza si allegherà (tra l’altro) la ricevuta di avvenuta consegna del deposito telematico (la seconda PEC), che attesta la data di invio del deposito e contiene quanto inviato.
Ed è qui che subentra una difficoltà: l’allegato a questa PEC, contenente l’atto ed i documenti inviati per il deposito, è un file “cifrato”, denominato solitamente “Atto.enc”, che può essere aperto solamente dal sistema informatico ministeriale, che è il solo depositario dei certificati crittografici necessari. Non ne è possibile l'apertura diretta del file né da parte dalla cancelleria né dal giudice.

4. Per quanto sopra descritto, la procedura deve essere che, se il Giudice ritiene di ammettere l’istanza di parte, deve disporre per l’Avvocato il reinvio del deposito e per il cancelliere l’accettazione di questo con data forzata a quella del deposito iniziale (entro il termine).

Per attestare che il ri-deposito autorizzato è conforme al primo invio si deve di riutilizzare esattamente lo stesso file Atto.enc, attestando l’equivalenza dell’impronta informatica o hash, per l’allegato alle due ricevute PEC, eventualmente con una relazione tecnica.
In questo modo anche non potendo verificare il contenuto del file è comunque matematicamente certa l'equivalenza del contenuto.

Rimango a disposizione per l’analisi di scenari come quello appena descritto o casistiche analoghe nell’ambito del Processo telematico.